Temu come best-in-class? No, però permette di ragionare su alcuni snodi importanti per una campagna advertising and marketing. Partiamo dallo spot visto anche a Sanremo:
Prima di tutto, chi è Temu? Risposta breve, basata sulle ricerche degli utenti Google:
Risposta più completa: questo articolo de Il Put up è (as regular) definitivo.
Il titolo: “‘I’ve by no means seen something like this’” è il commento di un opinionista di fronte alla strategia advertising and marketing adottata dal model (qui l’articolo originale).
Esagerata? Forse si ma andiamo con ordine.
Temu è entrato (e sta entrando) in maniera massiva in una serie piuttosto ampia di mercati. Cosa che di solito sconsiglio ai clienti se il funds non ci sostiene.
Ma qui il funds a quanto pare c’è e si sostiene.
Goldman Sachs analysts estimate Temu spent about $1.2 billion on Meta in 2023, and Meta calculated Temu ran 8,900 advertisements on its platforms final January
E non parliamo solo di Meta, su Google probabilmente la spinta è anche più irruente.
Temu can also be investing in paid seek for its objects to look alongside name-brand merchandise like Apple chargers and Stanley tumblers.
Quindi Google Adverts Search e, ovviamente per un ecommerce, Procuring dove:
seek for the phrase “Lego toy” returns extra Google Procuring outcomes for Temu than it does for Lego
Crescere “mangiandosi” la model consciousness altrui: il sogno di ogni market.
E giusto per avere una metrica di confronto con Amazon&co:
Temu is ranked first in “clothes and accessories” advert visibility in the UK over the previous 28 days — increased than Amazon, eBay, Asos, Shein and Nike. Its advertisements/natural ratio (that means how usually its merchandise get impressions from Google Procuring advertisements versus natural outcomes) is greater than 100. Amazon’s, for comparability, is 10, whereas eBay’s is 8.
Il dato è ripreso da un’altra fonte in questo modo:
Within the ultimate week of 2023, 90% of shops acknowledged Temu as a high competitor in Google Procuring auctions. This stage matches Amazon’s constant presence during the last two years.
90% dei retailer: qualcuno si chiede questo. E probabilmente anche in Google qualcun* ci sta pensando: tutto questo incide sui costi pubblicitari dell’intero ecosistema.
Ovviamente non manca poi TikTok, influencer advertising and marketing e altro che possa venire in mente. Ah si, non lo facciamo uno spot al SuperBowl 2024? Ma certo che si:
Catchy, musichetta che si attacca, temper giocoso. Però non mi piace (pazienza, non sono il loro goal). Ma lascio l’ultima eventuale parola a
E lo spot non è andato in onda UNA volta ma SEI (alcune fonti hanno contato 5, ma okay ci siam capiti) E ovviamente la cosa non è passata senza polemiche.
Okay, ma tutto questo cos’ha portato?
Stiamo parlando di un ecommerce con un carrello medio probabilmente molto basso (marginalità da capire) e che punta tutto su acquisti di impulso e ripetuti nel tempo. Sappiamo qualcosa a livello finanziario ma a livello più strettamente digital:
Internet searches for “Temu” are up 788% worldwide over the previous 12 months, based on Google Tendencies. In October, 20% of U.S. adults informed the market researcher CivicScience that that they had used Temu, double the quantity from March.
E tutto sommato ci sta, ma la retention degli utenti è più interessante:
Lipsman calculated the ratio of Temu’s each day lively customers to month-to-month lively customers. In September 2022, this ratio was 9%, however in October 2023, it reached some 20%
probabilmente complice anche il This autumn in corso.
Siamo andati lunghi, facciamo 2 ragionamenti?
Ribadisco Temu è outlier (prendo la signature frase di
), non fa testo, non fa regola, a meno che non abbiamo un mercato internazionale e soprattutto tanti zeri di funds. I miei appunti a margine:
1) Se vuoi andare da zero a centomila in tema di consciousness, that is the best way. Supermassive e prova a saturare: se non ci fosse l’Web, Temu (okay, non esisterebbe ma) lancerebbe volantini sulle città, oltre a riempire tutti gli spazi stampa/television/radio/OOH. Magari lo sta già facendo e non l’ho visto.
>Se non hai il funds per farlo, no exhausting emotions e non lanciare la palla troppo in là: scegli il mercato, scegli il goal, ragiona su periodo di tempo più ampio, fissa obiettivi progressivi. Solita noiosa trama insomma.
1.a) Ricordati di farla l’consciousness però.
2) Il paid si mangia l’natural? Nel breve periodo si, soprattutto se vuoi essere presente su *tutto*
“It exhibits you that there’s nothing natural happening right here in any respect. They’re simply blasting the market with advertisements,” Smec’s Ryan informed Trendy Retail. “Their paid visibility alone is greater than the paid and natural visibility of those others mixed. It’s actually breathtaking.”
Nel medio-lungo no, la storia si inverte, fosse solo per questione di sostenibilità. Anche se il *tutto* e il *sempre* sono le mie purple flag di progetto: quando le sento, alzo le paratie.
>Se non vuoi/puoi spendere in paid, le tempistiche di approccio cambiano.
3) Nello stesso articolo, si indica l’approccio di Temu come “brute pressure”.
Aprire i rubinetti e fare *tutto* più dei competitor. Con tutto il rispetto, questa non è strategia: è fare all in su tutti i canali. Non commento l’execution nè discuto i risultati, ma ho una visione (con tutti i miei bias) più selezionata di fare una strategia.
Qui potevano e l’hanno fatto, nel 98% dei progetti no se puede e noi strategist ci *divertiamo*
3.1) Il funds paid è tutto? No, ma è tanto
>Poi lo devi sapere spendere: dove, quanto e quando quando quando quando quando (sorry, Sanremo ancora fresco).
Per oggi sufficient, aggiungo un solo hyperlink sempre in tema: il traffico on-line portato dal SuperBowl ai siti degli inserzionisti.
Opinioni in merito? Scrivimi.
A presto
Nicola